E’ in corso una nuova rivoluzione della fotografia. Dopo quella del digitale, quella dei “social”. La fotografia sembra diventata davvero di tutti, che scattano e vedono ogni giorno immagini realizzate con i cellulari. Negli anni ’70 ci fu una rivoluzione simile nella fotografia analogica. Le grandi marche produttrici di fotocamere come Nikon, Canon, Pentax e Yashica, iniziarono a produrre macchine fotografiche alla portata dei portafoglio della maggior parte della gente. Un po’ come è successo in pompa magna con l’avvento dei telefoni cellulari con fotocamera integrata, che ormai tutti posseggono. Ma c’è più di una differenza tra le due rivoluzioni. Quando la macchina fotografica diventò “sogno alla portata di tutti” più di un trentennio fa, chi l’acquistava, doveva comunque voler comprare proprio QUELLO strumento per scattare QUELLE fotografie, e perlopiù doveva anche possedere delle forti nozioni di base sul suo utilizzo. In sintesi, dovevi studiare la tecnica fotografica per saper realizzare delle immagini soddisfacenti e pulite. Nessun software ti veniva in contro per gli errori da dilettante. Sbagliavi tutte le immagini su un rullino? Perdevi tutti i ricordi, punto, nessuna via di uscita, nessun filtro o correzione digitale che ti venisse in aiuto. Questo può essere visto come una seccatura. […] Read More
La moda non è propriamente il mio genere fotografico ma ogni tanto mi diverto organizzando qualche shooting. E’ un genere molto particolare, non si limita alla bellezza o al contenuto. Deve possedere entrambe le cose, e in più deve far sognare la gente comune e ingolosire le tasche dei ricchi. Deve arrivare alla gente. Scattare una buona fotografia di moda significa trovare la giusta misura tra concretezza, sogno e irriverenza. Mia nonna era sarta, nella Firenze del boom della moda e dell’economia del dopoguerra, e tra gli altri clienti ci tiene sempre a raccontarmi la sua esperienza per uno dei più grandi: Valentino. I suoi occhi si accendono sempre quando racconta quel periodo. Lavorare nella cantina/laboratorio sotto casa sua, non era soltanto sferruzzare, misurare e tagliare, ma anche Vestire. Quei pezzi di stoffa rossa grezzi che arrivavano in una cantina del quartiere di Campo di Marte, uscivano per completarsi, magnifici, quando venivano indossati da una bella donna in chissà quale città del mondo, magari a Parigi, in una serata di gala. Mia nonna, quando vede una mia fotografia di moda, mi dice sempre: “noi le modelle, le si chiamavano Mannequin!”. Ecco, “Mannequin”, manichini. Proprio da questo lemma francese, ho percepito […] Read More
Il teatro. La massima espressione artistica che comprende tutto: recitazione, canto, musica, fotografia. Gli attori di teatro sono fantastici, ho la fortuna di conoscerne un gruppo, e pare che possano vivere un mondo parallelo e leggero. Poi, quando serve, per l’arte possono diventare chiunque. Ho scattato anche delle fotografie a questi ragazzi, mi servivano dei ritratti per un lavoro che sto eseguendo sulla diga Del Vajont. La profondità che riescono a dare alle loro espressioni è disarmante, ho avuto grandi difficoltà a fare l’editing delle fotografie poiché ogni scatto era “buono”. E’ bastato presentargli il progetto con due righe, dargli un ruolo e la magia si è completata in un attimo, senza fatica. Per apprezzare davvero le doti di un attore lo si deve vedere impegnato in vari spettacoli, non ne basta uno solo. Quando cambia faccia capisci il bravo attore teatrale; in grado di passare da un personaggio all’altro anche solo cambiando scena o atto. Quando si chiude il sipario vorrei sempre essere là dietro con loro poiché penso sia un momento catartico. Dall’altra parte, centinaia di persone che applaudono. Quello che forma un tema teatrale è la nascita di un’idea, spesso un racconto molto semplice che sul palco […] Read More
Vero o falso? Sempre più spesso ci poniamo questa domanda, quando “leggiamo” una fotografia. Domanda legittima, che di per sé è valida nell’accezione comunicativa di uno scatto. Ma cosa c’è di genuino in una fotografia? Certamente la materia di ripresa, che in un modo o nell’altro è riprodotta su pellicola o sensore ed è realmente esistente, davvero di fronte a noi e all’obiettivo. Poi quello che succede dopo, in fase di post-produzione, è tutt’altra storia. Dal momento in cui la luce scrive i contorni del soggetto sull’emulsione o il sensore digitale, cambia tutto; di fatto già l’obiettivo è un tunnel che deforma l’immagine e la realtà stessa, secondo gli schemi delle lenti al suo interno. Dopo ciò parte la post-produzione, l’immagine viene sviluppata, corretta laddove ci siano delle migliorie da effettuare, ed eventualmente modificata. Alla fine di tutto questo, il fotogramma viene allestito per la stampa, subendo un ulteriore preparazione in base al supporto che verrà utilizzato. Questa evoluzione avviene ora, così come avveniva all’epoca dei rullini e le lastre fotografiche. Cambiano solo gli strumenti. Prendiamo come esempio la famosissima fotografia scattata da Robert Capa, che ritrae il soldato che cade in battaglia colpito da un proiettile. E’ un’immagine altamente […] Read More
Il cibo. Vita. Ciò di cui ci nutriamo ogni giorno. La maggior parte del tempo che occupo per la committenza, sono impegnato nella composizione di immagini di manicaretti e coloriti ingredienti. Ci sono capitato per caso, a occuparmi di food photography, non avrei mai immaginato di scattare le fotografie di sughi, soffritti, cipolle caramellate e riduzioni di aceto balsamico. Ora, dopo diversi anni, è diventata la “mia” fotografia, che porta dentro una particolare vena sperimentale-artistica. E’ una fotografia completamente diversa dallo still-life, direi addirittura opposta. Infatti lo still-life è un genere fotografico “inerte”, “statico”, dove si blocca un’oggetto bloccato nel tempo e nello spazio. Fotografare il food invece è fotografare vita, chimica, scienza e biologia. L’origine dei cibi sono infatti animali, piante, frutti, bacche, semi. “Panta rei” diceva il filosofo Eraclito, tutto scorre. E’ questa la magia del cibo. Esempio pratico di questo aforisma applicabile a tutto ciò che ci circonda. E gli scatti devono andare dietro a questa filosofia, non possono essere scatti immobili, devono necessariamente avere una importante forza cinetica al loro interno, più o meno visibile. Più o meno d’impatto. Non ci si arriva subito a capire questo aspetto della food photography. All’inizio i piatti e gli ingredienti […] Read More
Dopo esservi guardati un po’ di fotografie di vecchi e ciccioni spiaggiati immortalati dal nostro buon Martin Parr (vedi articolo precedente), vediamo cosa vuol dire “vedere fotograficamente”. Su questo argomento posso raccontare la mia esperienza personale. Dato che ogni fotografo ha la propria visione del mondo parallelo fotografico. Per me è questo: Il famoso mondo parallelo, non appare sempre, non è costante e non può essere mischiato con la realtà che vivo. Spesso appare ai miei occhi quando meno me lo aspetto. Oppure lo vado a cercare. Talvolta non arriva per giorni. Ma quando arriva, cosa accade? Non lo so. Forse mi estraneo dalla realtà, lo sguardo si fissa sulla scena che vorrei scattare e in quei momenti la gente che è con me mi perde per strada o parla e io non sento più nulla. La cosa assurda è che queste “visioni” appaiono la maggior parte delle volte quando non ho il mezzo in mano, quando sono senza una macchina fotografica. Quando ho la fotocamera a disposizione è come se diventassi ingordo di immagini e scatto anche quando non sono entrato in sintonia con il mio mondo a parte. Il risultato a volte è tornare a casa, scaricare la […] Read More
Tecnicamente il nostro occhio vede in 50mm. Così ci spiegano nelle scuole di fotografia. Ma io voglio controvertere in parte questa tesi. La visione di un uomo è in proporzioni visive quella di un obiettivo 50mm. Ma non è la visione “totale”. Il nostro campo visivo si avvicina molto di più ad una lente grandangolare, vicina ai 20mm. Mi spiego meglio: quando guardiamo uno scenario davanti a noi, i soggetti ci appaiono in prospettiva, in base alla loro distanza, con grandezze ben precise. Le proporzioni che il nostro cervello percepisce sono sempre le stesse. Avete mai provato a guardare una scena, da una parte con l’occhio nudo, e dall’altra con l’occhio dietro alla vostra fotocamera reflex che monta una lente di 50mm di focale? Dopo qualche secondo in cui l’organo che ci da la vista si adatterà a questo “oggetto” che ha davanti, abbiamo l’impressione di guardare con entrambi gli occhi “nudi”. Questo avviene perché le lenti interne ad un obiettivo di 50mm proiettano al nostro occhio e quindi al nostro cervello le immagini con le stesse identiche proporzioni dell’occhio stesso (a patto che stiate utilizzando una macchina fotografica Full-Frame se parliamo di digitale). Tutto vero. Quindi il nostro occhio […] Read More
“E’ un mondo, è un mondo di potenziali suicidi, be’, parlo più che altro degli Stati Uniti, non conosco il resto del pianeta, ma è un posto di potenziali ed effettivi suicidi e di centinaia e di migliaia di donne sole, donne che soffrono per avere compagnia, e poi ci sono gli uomini, che impazziscono, si masturbano, sognano, centinaia e migliaia di uomini che impazziscono per sesso o per amore o per qualsiasi cosa, e, intanto, tutta questa gente, quelli dell’amore perduto, del sesso perduto, quelli che sono spinti al suicidio, svolgono tutti questi lavori succhia-anima che deformano i loro volti come se fossero limoni marci e che spremono i loro spiriti, fuori, fuori, fuori…Nella struttura della nostra società è impossibile per queste persone entrare in contatto fra loro da qualche parte. Chiese, balere, feste sembra non facciano altro che dividerli ancora di più, e i club per appuntamenti, e i sistemi di computer per cercare l’anima gemella non fanno altro che distruggere sempre più una naturalezza che avrebbe dovuto esserci, una naturalezza che è stata frantumata e sembra essere distrutta per sempre nel nostro attuale stile di vita (e di morte). Guardali mentre indossano i loro vestiti sgargianti e […] Read More
La notte di natale. Il cuore della città palpita di luci incandescenti che si accendono e spengono scandite da una cadenza che pare quella di un SOS nel codice Morse. L’atmosfera è quella. Freddo, vetri appannati, Babbi Natale in giro che regalano gioie ai più piccoli. Questa è l’atmosfera della solennità più importante per noi. Le strade sono un fiume in piena di gente gioiosa e vociante. Una goccia di questo fiume sono io. Decido di visitare a cavallo della mezzanotte le cattedrali più imponenti di Firenze, entro dentro quella di San Lorenzo, Santa Croce, Santa Maria Novella, Santa Maria del Fiore. Dentro quest’ultima mi si spezza il fiato appena entrato. Tutta quell’atmosfera di festa e leggerezza diviene silenzio e pesantezza. C’è la cerimonia in corso, centinaia di persone. Eppure silenzio. Ma non è il vuoto quasi silenzioso che si sente allo stadio nei minuti di raccoglimento. E’ un silenzio che ti grava sulla testa, che ti si poggia addosso. Mi metto a camminare intorno a tutta quella gente stipata, quasi in punta di piedi. E assisto a quello che è un enorme rito comune, dove ognuno ha il suo cero, nel quale forse ripone un sogno o una speranza, […] Read More
Vi siete chiesti come mai questo scatto del bambino Aylan abbia iniziato un’onda mediatica così forte? Sicuramente si. E certamente molti si saranno risposti che la fotografia in questione è tremenda, di una efferatezza inaudita, e che suscita in noi fratelli, genitori, madri, figli, un odio e uno schifo viscerale per tutto ciò che sta accadendo ai migranti. Ok, ma questo è lo scòpo di quello scatto; farci vedere il male. Ma invece di questo, non poteva avere lo stesso riscontro, un’altro scatto, di un altro bambino morto? No. Perchè quest’immagine è bellezza poetica. C’è bellezza nell’icona di un bambino supino sulla battigia del mare. Ci sono i colori bellissimi dei suoi vestiti, un pantaloncino blu, abbinato perfettamente al rosso della maglietta, con i piedi coperti del bel marroncino delle scarpe. In più l’ onda che lo sta per travolgere. L’onda di un mare calmo, che non può far male a nessuno, soprattutto ad un bambino che in quel momento è felicemente sdraiato sulla spiaggia e sta aspettando l’ennesima soffice onda che bagnerá il suo viso. Per un attimo, pensiamola così questa fotografia, pensiamola come “una fotografia” e non “la fotografia” che è divenuta il crudo simbolo di una migrazione epocale e drammatica. […] Read More